C'è qualcosa (un oggetto di design, un automobile, un gioiello, un profumo), oppure un personaggio (un attore, un musicista, un politico, un atleta), o un grande evento (tipo l'11 settembre 2001) che, pur essendo nostro contemporaneo, è già circondato dall'inequivocabile aura del mito?
Se ne avete individuato qualcuno, scrivetecelo. È il gioco dell'estate che proponiamo quest'anno ai lettori del Domenicale.
Forse oggi "mitico" e "contemporaneo" non sono due termini così distanti tra loro, come potevano sembrare cinquant'anni fa, quando Roland Barthes raccoglieva le Mythologies, alle quali ci ispiriamo nel comporre le regole che proponiamo ai lettori. A quei tempi fu una vera sorpresa che un serio professore quarantenne, appartenente a quella casta di intellettuali che veniva percepita come del tutto avulsa dalla realtà, attribuisse «prestigio» alle scatolette di carne di manzo cruda, vedesse nell'automobile l'equivalente delle cattedrali gotiche o elevasse il Tour de France al rango di grande epopea.
Mitizzava e smitizzava al tempo stesso, il Roland Barthes dei Miti d'oggi. Un esercizio che ci appare assai utile e ancor più istruttivo ai nostri giorni, anche alla luce dei 57 Nuovi miti d'oggi ora pubblicati da Isbn edizioni (Milano, pagg. 172, 15 euro). Un libro talvolta forse troppo francese nella scelta di temi e oggetti (come lo stesso Barthes, del resto), ma assai più universale nel metodo. Con il suo «catalogo filosofico della cultura popolare e delle manie borghesi, smitizzate attraverso l'analisi dei loro stessi simboli» – si legge nella presentazione – Barthes ha fornito «lo strumento», mentre «gli oggetti d'indagine cambiano e si aggiornano: alla Citroën si sostituiscono la Smart e il Suv, Greta Garbo cede il passo a Kate Moss, le patate fritte al sushi».
Quali marchi, prodotti, oggetti, icone e feticci della modernità possono dunque assumere oggi rilevanza "mitografica"? Ecco qualche altro esempio, preso ancora dal volume: i giornali gratuiti, le compagnie aeree low cost, il cerotto alla nicotina, i serial televisivi, l'iPod, il cellulare, Zidane, il commercio equo e solidale, il velo, gli sms, il declinismo, la mania dell'autentico, il wi-fi, i vip, Google, la passione per i sondaggi, il fumo uccide, il calcio, gli ogm, i radical chic, il blog, la borsetta, l'euro, la bici in città, la delocalizzazione.
Le regole del nostro gioco sono molto semplici: individuate quello che ritenete un mito d'oggi (preso anche da questo elenco se vi va) e scrivetene un'analisi in non più di cento parole. Può essere o un "esercizio di ammirazione" del vostro "mito" oppure, al contrario, un contributo alla critica e alla smitizzazione. O anche le due cose insieme. Il tutto, ripetiamo, entro una lunghezza di cento parole. È lo stesso esercizio che abbiamo chiesto a dieci collaboratori del Domenicale, che con i loro esempi potranno fornirvi un'utile fonte di ispirazione (due di loro peraltro possono fornire ulteriori spunti con due libri: Giuseppe Scaraffia con Miti minori, Sellerio, e Maurizio Ferraris con il recente Il tunnel delle multe. Ontologia degli oggetti quotidiani, Einaudi).
Il compito di comporre la nostra nuova mitologia quotidiana spetta ora a voi lettori.
Scrivete a: fermoposta@ilsole24ore.com. I componimenti migliori verranno riprodotti sul sito de «Il Sole-24 Ore» e ogni settimana la redazione de «Il Sole-24 Ore Domenica» ne sceglierà uno da pubblicare sul supplemento, pronta a esclamare – come Homer Simpson, ogni qual volta si imbatte in qualche cosa che gli piace – «Mitico!!!».
